La respirazione nel Qigong

Qigong Qigong e Tapping respirazione

Nel qigong si associano gli aspetti benefici della respirazione con movimenti di stretching o con il ritmo dei passi. Nel metodo dei “Sei suoni segreti”, per esempio, si emettono dei suoni in sincronia con la respirazione e specifici movimenti che servono a rinvigorire e a equilibrare i cinque organi principali (cuore, fegato, milza/pancreas, reni, polmoni).

Nello sport, nella danza, nelle arti marziali, è richiesto un monitoraggio costante della respirazione, uno sforzo di respirare più profondamente e allo stesso tempo con agio, equilibrando così due concetti contraddittori.

I cinesi compresero che il ciclo vitale che prevede l’innalzarsi del centro del respiro e il dissiparsi dell’energia poteva essere controllato. La respirazione bassa addominale mantiene una maggior funzionalità respiratoria, massaggia il diaframma, innerva di energia gli organi interni, controlla il mantenimento dell’espansione del petto e riduce l’aumento della tensione nelle spalle e nel collo. L’abbassamento della respirazione accompagna un generale abbassamento del baricentro del corpo e rallenta la normale tendenza delle gambe a indebolirsi nel processo di invecchiamento, cosa che porta a perdere l’equilibrio.

La forte identificazione del qi (soffio vitale e, per estensione, forza vitale) con il respiro permea la visione asiatica della medicina. Il respiro è considerato qualcosa di vivo che si può muovere verso la superficie del corpo e immergersi profondamente come una corrente sotterranea che inonda gli organi interni.

Come per la meditazione, il controllo del respiro è intimamente correlato alla calma della mente.

Quando il respiro rallenta, le tensioni ignorate e nascoste si rivelano e si sciolgono lentamente senza interferire con la continuità del respiro. Il principio del Taoismo secondo cui la natura si corregge da sola, si fonda sulla convinzione che un respiro rilassato abbia un potere correttivo. È come l’acqua che, filtrando attraverso le fessure, trova il proprio livello e si uniforma a esso.

Gli antichi riconobbero che l’arte del respiro è molto più che riempire i polmoni. Furono stabiliti vari tipi di connessione, spirituali o mediche riguardanti i viaggi labirintici del respiro. Il respiro segue il movimento ma è allo stesso tempo l’ispiratore dei movimenti e delle forme. Ogni posizione induce un cambiamento, magari minimo o quasi impercettibile, nella respirazione. Le posizioni assunte durante gli esercizi spingono il respiro verso certi punti del corpo. Le posizioni basse lo fanno scendere, radicando il corpo e comprimendo l’aria. Le posizioni alte permettono al fiato di salire al petto per espandersi e alleggerirsi, secondo l’intenzione delle tecniche.

Il corpo è paragonato dai cinesi a un grande palazzo con nove porte e finestre: i nove orifizi del corpo. Il respiro attraversa le gallerie di questo palazzo. Se la ventilazione non è completa, il qi non può scorrere.

L’influenza calmante e terapeutica della respirazione era una delle più grandi aspirazioni degli antichi. Rimanere sereni anche se pieni di problemi, poter decidere in modo obiettivo, essere giusti eppure compassionevoli: erano le virtù stimate dai confuciani. Chi le possedeva era una persona dal “grande qi”, il da qi.

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